statistiche fatturazione elettronica

I NUMERI DELLA FATTURAZIONE ELETTRONICA

L’obbligo entrato in vigore il 30 giugno riguarda 10 milioni di fatture l’anno per 9.000 enti della PA centrale. Finalmente l’Italia fa un passo concreto verso il digitale, secondo il piano messo a punto dall’ex commissario per l’agenda digitale Francesco Costa.

Il cammino, verso quello che Alessandro Perego (Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica) considera il primo passo di un processo di maturità digitale, inizia il 6 giugno 2014 con l’obbligo di fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione Centrale. In questa operazione sono coinvolti circa 900 enti e gli uffici ad essi afferenti – si tratta di oltre 16.000 uffici pubblici tra ministeri, scuole, caserme, agenzie fiscali, enti di previdenza e assistenza sociale – i quali devono inviare solamente fatture elettroniche in formato strutturato, firmate digitalmente e conservato in formato elettronico. Per i restanti 1.500 enti della PA centrale e i 10.500 enti locali l’obbligo scatterà invece il 31 marzo 2015.

Questa prima scadenza coinvolgerà quasi 10 milioni di fatture, numero che rappresenta il 15% dei 60 milioni di fatture che la PA riceve ogni anno da 2 milioni di fornitori – si tratta del 40% delle imprese attive nel nostro paese- per un valore complessivo di 135 miliardi di euro.
I dati – ricavati dai sistemi informatici che governano il processo di ricezione e inoltro delle fatture elettroniche destinate alle Amministrazioni e agli Enti pubblici – dicono che nel periodo di riferimento il SdI ha ricevuto e correttamente gestito 408.709 file fattura di cui:
il 85,42% (349.109) sono stati inoltrati alla PA;
il 14,31% (58.493) sono stati scartati dal sistema per diverse motivazioni;
lo 0,27% (1.103) non sono stati recapitati per l’impossibilità di identificare o raggiungere l’ufficio destinatario ed è stata restituita al cedente/prestatore l’attestazione di avvenuta trasmissione.

RISPARMI

Il risparmio che deriva da ogni fattura emessa in formato digitale sarebbe calcolato in 17 euro– 14 per il minor impiego di manodopera, e 3 euro per la riduzione dei materiali e dello spazio accumulato- e che il passaggio progressivo ad un formato strutturato ha un beneficio potenziale per la Pubblica amministrazione di circa un miliardo di euro l’anno grazie alla riduzione dei costi legati alle attività svolte.

UN PRIMO PASSO FONDAMENTALE

L’obbligo di fatturazione elettronica che riguarda le PA centrali è un passo importante per tutto il paese. Rappresenta infatti il primo tassello, di forte discontinuità, del programma dell’agenda digitale che era stato messo a punto dall’ex commissario Francesco Caio. E’ il più grande “switch off” dell’analogico in favore di un modo diverso – digitale – di fare le cose.
C’è però anche un altro motivo per cui la Presidenza del Consiglio ha deciso, con Caio, di considerare la fatturazione elettronica uno dei tasselli fondamentali con cui avviare l’Agenda. E il motivo è che la fatturazione elettronica ha una doppia valenza rivoluzionaria: mentre ammoderna le PA, costringendole ad accettare il digitale, dà uno sprone alle aziende per fare lo stesso.